Sobre la traducción

La prima forma di contatto e d’interpretazione che una persona ha con una lingua, se questa non è una lingua di comunicazione, è la traduzione. Se uno non pensa in quella lingua la deve per forza tradurre. Anche io dopo tanti anni di esperienza quando ho di fronte un testo in latino o in greco lo devo tradurre. Nessuna comprensione prescinde dalla traduzione. Al contrario, invece, almeno qui in Italia abbiamo la cattiva abitudine scolastica di impostare anche lo studio delle lingue straniere moderne (queste sì lingue di comunicazione) in un modo analogo a quello delle lingue classiche, tant’è che la competenza linguistica che si acquisisce alla fine dei 13 anni di studio di lingua straniera è pessima, uno sforzo non proporzionale ai risultati.

È fondamentale iniziare a tradurre dalla scuola perché l’assenza della pratica traduttiva crea danni permanenti irreversibili. Nelle prove orali di dottorato avevamo l’abitudine di dare ai candidati piccoli brani di autori noti, non cose esoteriche, per analizzarli. Abbiamo dovuto smettere, perché la lettura dei testi in lingua si fa sempre meno, e quella è un’attività che bisogna cominciare a fare il prima possibile se si vuole affrontare lo studio delle materie classiche all’università. Una grande fetta di responsabilità ce l’hanno sicuramente le grandi casi editrici, che da anni impongono a generazioni di studenti forme antologiche nelle quali l’interpretazione è rappresentata per la quasi totalità dalla traduzione già svolta, al posto del commento, favorendo una preparazione mnemonica da parte dei discenti, su una traduzione non fatta da loro.

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http://www.diariodesevilla.es/sevilla/arquitectura-Sonetos_0_1224777915.html